Che i costi della raccolta differenziata “porta a porta” siano più elevati del vecchio sistema del cassonetto “filo strada”, è chiaro a tutti. Ma, se a trarne beneficio è l'ambiente, è un tributo al quale la società non può sottrarsi. Che, però, siano sempre le imprese dell'artigianato ha dover subire il maggior peso di questa pratica virtuosa, è un po' meno comprensibile alla Confartigianato. Le aziende del comune di Pescaglia, invitate in questi giorni a saldare la prima rata della tassa rifiuti (TARI), hanno avuto la sgradita sorpresa di dover pagare molto di più rispetto allo scorso anno.

In particolare, la quota a metro quadro di tariffa variabile è stata aumentata del 135%, quella per la parte fissa “soltanto” del 22%. In pratica, una falegnameria, un fabbro e altre attività artigianali di produzione, hanno visto modificata la quota a metro quadro da pagare, da complessivi euro 3,34 del 2015 agli attuali euro 5,77 (73% di aumento !). Nella lettera spedita dal Comune agli utenti, non viene fatto alcun riferimento a detto aumento, né viene data alcuna giustificazione. Leggendo il piano finanziario dei due anni, scaricabile dal sito del Comune, si osserva un aumento del fabbisogno del Comune stesso per far fronte ai costi del servizio, che passa dai circa 600.000 euro del 2015 ai circa 700.000 del 2016 (per quasi un terzo, tale aumento, è dovuto alla voce “fondo crediti dubbia esigibilità” indicati per 62.372 euro...); tale aumento però non viene ripartito in egual misura fra tutte le utenze, ma buona parte viene imputato alle “utenze non domestiche”. Infatti, mentre nel 2015 i costi complessivi del servizio erano ripartiti: 75% utenze domestiche, 25% utenze non domestiche, nel 2016 si è passati rispettivamente a 70% e 30%. Da rimarcare anche la scelta del Comune (qual'è la giustificazione oggettiva ?) per cui ad alcune categorie di utenze non domestiche (è il caso di bar, ristoranti, ortofrutta, pizzerie) sono stati applicati i coefficienti minimi disposti dalla Legge, a tutte le altre i coefficienti massimi, dimenticandosi forse, come nel caso della maggior parte delle aziende da noi rappresentate, che oltre al costo per lo smaltimento dei rifiuti urbani, debbono sostenere altri costi per lo smaltimento e la gestione amministrativa dei rifiuti speciali. Un tempo non lontano, le Amministrazioni Comunali, sia pure in momenti economicamente migliori rispetto a questi, usavano convocare preventivamente le Associazioni di Categoria, quantomeno per informarle e giustificare impatti di questo tipo sul settore produttivo. Oggi, tranne alcune eccezioni, ci vengono a trovare solo qualche giorno prima delle elezioni... Gli uffici dell'Associazione restano comunque a disposizione degli associati per verificare la corretta applicazione della tassa e, se del caso, agire nei modi che saranno ritenuti più opportuni.